Sull’uso dei francobolli per il recapito espresso

I francobolli per assolvere la soprattassa per il recapito espresso delle corrispondenze obbedivano a specifiche regole d’uso in maniera da non generare dubbi tra gli utenti e gli operatori del servizio postale.


Le regole
I francobolli per espresso non si dovevano utilizzare per affrancare corrispondenze ordinarie.
I francobolli per espresso, pur se utilizzati su corrispondenze da recapitarsi per espresso, non potevano essere usati per assolvere la tariffa ordinaria.
Il servizio di recapito espresso doveva essere pagato interamente dal mittente.


Le eccezioni
– I primi cambi tariffari in periodo di Repubblica resero velocemente obsoleti i valori 5 lire Democatica e 10 lire Democratica: alla fine di ottobre 1947 il Bollettino Postale n° 30 disponeva quindi che “fino ad esaurimento delle scorte i francobolli per espresso da lire 5 e lire 10, applicati sulle corrispondenze in luogo dei francobolli ordinari, sono da considerarsi validi”; è originale notare che solo due mesi prima il bollettino 24-25 del settembre 1947 recitava invece “si dispone che i francobolli per espresso applicati sulle corrispondenze in sostituzione di quelli ordinari non siano timbrati e che le relative corrispondenze vengano tassate”.
– nel settembre del 1948 “anche i francobolli per espresso da L. 15 siano usati come francobolli ordinari per la francatura delle corrispondenze”;
– nel dicembre del 1948 “anche i francobolli per espresso da Lire 25 e da Lire 30;
– nell’agosto del 1949 “anche i francobolli per espresso da L. 60.
Si noti che questa possibilità non fu mai concessa per il valore da 50 lire.
Non mi risultano simili provvedimenti per i valori della serie Cavalli Alati.
Al fine di evitare fraintendimenti con le Amministrazioni Postali estere, queste deroghe erano in vigore soltanto per la corrispondenza interna.


Gli esempi.

Lettera primo porto affrancata in tariffa per 15 lire (annullo del Ministero dell’Interno). L’esemplare sotto riportato fu affrancato con il 15 lire per espressi isolato nell’ottobre del 1948, in data successiva al provvedimento che ne dichiarava possibile l’uso per la posta ordinaria.
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Altra lettera primo porto affrancata per 15 lire. In questo esempio il valore da 15 lire per espressi fu usato per la posta ordinaria nell’agosto del 1948, prima che ne fosse consentito questo uso. La lettera si sarebbe dovuta tassare, come se non fosse stata affrancata.
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Tra il 10 aprile 1949 ed il 31 luglio 1951 la lettera primo porto per l’interno si affrancava con 20 lire, mentre la sovrattassa per il recapito espresso delle corrispondenze ammontava a 40 lire. Fu consentito utilizzare il il francobollo da 60 lire per affrancare isolato la lettera primo porto espresso. Senza questa concessione, non sarebbe stato possibile assolvere con un francobollo per espressi anche le 20 lire della lettera ordinaria.


Le deroghe sopra citate in merito all’uso dei francobolli per la posta ordinaria si riferivano tutte al servizio interno: il personale delle Amministrazioni Postali straniere, infatti, non era tenuto ad aggiornarsi in merito a tutte le proibizioni o deroghe in vigore in Italia. Un oggetto ordinario diretto all’estero affrancato con un francobollo “ESPRESSO” avrebbe potuto trarre in inganno il personale straniero: c’era il rischio di far consegnare ad un fattorino come espresso una corrispondenza invece ordinaria. Tra l’11 agosto 1948 ed il 31 dicembre 1949 la tariffa per affrancare una cartolina per l’estero era di 25 lire. L’esemplare sotto riportato fu spedito da Abano Terme l’11 giugno 1949 per la Svizzera. Si tratta di un oggetto ordinario affrancato, in violazione della regola relativa alla corrispondenza estera, con un francobollo per espresso. All’epoca, comunque, era già stato autorizzato per il 25 lire l’uso per assolvere tariffe di posta ordinaria per l’interno.

L’oggetto sotto riportato, una lettera per l’estero affrancata con il 50 lire Democratica spedita da Bari il 16 novembre 1953 per la Svezia, rappresenta invece una doppia violazione in quanto, oltre a non essere permesso l’uso ordinario per l’estero, non era concesso nemmeno per l’interno.


La busta sotto riportata è una lettera viaggiata negli ultimi mesi del 1957, quando la tariffa per l’espresso era appena aumentata a 75 lire ma il francobollo da 75 lire non era ancora stato emesso. Il cambiamento tariffario non aveva interessato la lettera primo porto, che continuava ad affrancarsi con 25 lire. Come affrancare per 100 lire la lettera primo porto da recapitarsi per espresso ? Il mittente utilizzò una coppia del 50 lire per espressi, ma la lettera, sebbene affrancata per 100 lire, fu tassata. Il francobollo, infatti, non era mai stato autorizzato ad assolvere una tariffa di posta ordinaria, quindi le 25 lire del primo porto furono considerate mancanti. Per quanto riguarda il servizio espresso, invece, nessun problema: la soprattassa di 75 lire si considerò regolarmente pagata dal mittente e quindi l’oggetto fu recapitato per espresso.

L’oggetto sotto riportato, identico per tipologia ed affrancatura a quello sopra esposto, non fu invece tassato e fu recapitato per espresso.


Tra il 16 agosto 1967 ed il 24 marzo 1975 la tariffa per affrancare una lettera primo porto per l’interno era di 50 lire mentre tra il 1° gennaio 1966 ed il 30 marzo 1974 la soprattassa per il recapito espresso ammontava a 150 lire: vi fu quindi un periodo i cui la lettera primo porto da recapitarsi per espresso si affrancava con 200 lire. L’esemplare sotto riportato, affrancato in eccesso di 10 lire, fu spedito da Botricello il 28 gennaio 1969 per Signa, dove giunse il giorno successivo. I francobolli della Michelangiolesca furono usati nel breve periodo (1.1.69 – 31.3.69) in cui non furono considerati validi per l’affrancatura: la lettera fu quindi trattata come una normale lettera primo porto non affrancata e non fu effettuato il recapito espresso (che doveva essere pagato per intero dal mittente). La tassa di 100 lire corrisponde al doppio della tariffa lettere di 50 lire.


Tra il 16 agosto 1967 ed il 24 marzo 1975 la tariffa per affrancare una lettera primo porto per l’interno era di 50 lire mentre tra il 31 marzo 1974 ed il 24 marzo 1975 la soprattassa per il recapito espresso ammontava a 250 lire: vi fu quindi un periodo in cui la lettera primo porto da recapitarsi per espresso si affrancava con 300 lire. L’esemplare sotto riportato fu affrancato con la soprattassa per l’espresso di 150 lire, che era in vigore prima dell’aumento del 30 marzo 1974: nonostante la tariffa non fosse sufficiente a coprire la soprattassa per il recapito espresso, l’oggetto fu comunque recapitato come espresso. Lo testimonia il numero progressivo sul fronte e il bollo di transito di Roma Telegrafo. Siccome l’affrancatura totale era di 200 lire, non sufficienti a coprire nemmeno la soprattassa per il recapito espresso, l’oggetto si sarebbe dovuto recapitare per posta ordinaria.


Nota Bibliografica: le regole relative all’uso dei francobolli per espresso e alla possibilità di usare i francobolli per posta ordinaria sono desunte da Franco Filanci e Costantino RomitiEspresso, e anche un po’ urgente – Poste Italiane, senza anno.