In questa sottopagina della sezione bolli ed annulli si raccolgono oggetti che sono stati sottoposti a censura, ovvero controllati nei loro contenuti prima di essere recapitati a destinazione. Questa pratica, più comune in tempo di guerra, ha trovato applicazione anche in periodo di Repubblica.
Durante l’occupazione alleata di Trieste e della Venezia Giulia dall’8 luglio 1945 al 31 gennaio 1947 fu istituito un ufficio censura ad Udine. Nel testo di Bruno Crevato-Selvaggi “1954 il servizio postale ritorna all’Italia, 1918-1954 pagine di storia postale triestina”, Poste Italiane 2004, si cita la censura delle corrispondenze tra la Zona A o la Zona B e l’Italia o l’estero. Nel testo di Franco Filanci “Il Novellario”, 4° volume “Da una Repubblica all’altra”, edizioni CIF/Unificato, 2016, si aggiunge che la censura era estesa a tutta la corrispondenza originata nelle province di Udine, Gorizia, Pola, Fiume, Trieste e Zara.
Si preferì sostituire il termine “censura”, sgradito alla popolazione ed a chi la amministrava, con il termine “controllo”: pertanto timbri e fascette relativi al servizio, originariamente riportanti la parola CENSURA, contennero poi l’espressione “PASSED BY ALLIED CONTROL”.
Lettera primo porto da recapitarsi per espresso affrancata con una quartina della Lira Democratica e con coppia del 5 lire Luogotenenza spedita da Udine il 18 febbraio 1946 per Venezia. Apertura laterale richiusa con fascetta “Verificato per Censura” e timbro “VERIFICATO PER CENSURA”.
Lettera primo porto affrancata con il 4 lire Democratica, spedita da Palazzolo dello Stella, in provincia di Udine, il 12 novembre 1946 per Milano. Apertura sul lato richiusa con fascetta “PASSED BY ALLIED CONTROL” e timbro rotondo “PASSED BY ALLIED CONTROL”.
Durante il periodo di Repubblica, fino al 1975, vi fu un servizio di censura specifico dedicato ai carcerati: le loro comunicazioni con l’esterno sia in ingresso sia in uscita erano controllate dalla direzione del penitenziario. Non vi era un sistema unificato per testimoniare il controllo degli oggetti, ed ogni istituto provvedeva secondo una sua prassi.
Cartolina Postale da 20 lire Siracusana con scritta lunga, viaggiata senza integrazioni, spedita da Chieti il 26 agosto 1955 per Lanciano, dove giunse il giorno successivo. Comunicazione di un recluso con il proprio avvocato; timbro lineare “CARCERI GIUDIZIARIE DI CHIETI” e sigla del responsabile.
Cartolina Postale da 20 lire Siracusana con scritta lunga, viaggiata senza integrazioni, spedita da Vasto il 14 settembre 1956 per Lanciano, dove giunse il 16 settembre successivo. Comunicazione di un recluso con il proprio avvocato; timbro lineare “Verificato per censura”, indicazione manoscritta “Vasto” e sigla del responsabile.
In una collezione di Storia Postale italiana è comune rinvenire materiale destinato in Austria, paese confinante. Dopo la Seconda Guerra Mondiale in Austria fu attivo un servizio di censura della corrispondenza e se ne trovano le tracce: apertura e timbratura corrispondenze chiuse, timbratura di visto per le corrispondenze aperte.
Cartolina per l’estero affrancata con il 10 lire Avvento della Repubblica e bollo speciale di Genova, 16 maggio 1947, con timbro di censura in arrivo.
Cartolina per l’estero affrancata con il 10 lire Democratica ardesia – annullo con targhetta di Milano, 30 maggio 1947:
Lettera primo porto per l’estero affrancata con sei esemplari del 5 lire Democratica – Genova, 30 marzo 1948:
Idem per la corrispondenza diretta in Germania, che dopo la Seconda Guerra Mondiale era divisa in quattro zone di occupazione. Lettera primo porto per l’estero affrancata con coppia del 15 lire Democratica – Messina, 4 novembre 1947
All’epoca Amburgo si trovava nella Zona di Occupazione Inglese dell’ex-Germania; di lì a pochi mesi la zona inglese, quella francese e quella statunitense si sarebbero unite nella “Trizona”, che sarebbe diventata la Germania Occidentale fino alla riunificazione del 1990.
Nota bibliografica: come sopra citato, le fonti sulla censura in Venezia Giulia sono Bruno Crevato-Selvaggi, 1954 il servizio postale ritorna all’Italia – 1918-1954 pagine di storia postale triestina, Poste Italiane 2004 e il volume di Franco Filanci “Il Novellario”, 4° volume “Da una Repubblica all’altra”, edizioni CIF/Unificato, 2016. Per la censura della corrispondenza carceraria ho fatto riferimento alla collezione di Flavio Pini “Segni e timbri della censura carceraria sugli interi postali” presentata alla manifestazione AICPM NET 2013 e disponibile online a questo link (URL consultato nel gennaio 2020).
Per la censura in Austria mi riferisco alle note a piè pagina del testo di Ingeborg Bachman e Hans Werner Henze “Lettere da un’amicizia”, edizioni EDT, nelle cui note a piè pagina si cita la seguente informazione “La censura nelle singole zone dell’Amministrazione Militare Alleata nell’Austria del dopoguerra si estendeva alla rete postale, telegrafica, telefonica, telescrivente, sia per l’interno sia per l’estero; fu abolita per decisione del Consiglio Alleato il 14 agosto 1953 (Wiener Zeitung, 15 agosto 1953)“. Il libro è disponibile su google books al presente link.